Alla fine dell’ottocento Taranto vecchia fu investita da un’epidemia di tifo. Fu nel 1886, quando diventò un caso da caso da discutere e progettare. Un momento in cui si è pensato a tutte le soluzioni possibili per risanarla inizialmente abbattendo e ricostruendo, poi risanando.
Tutti i documenti di questa storia incredibile sono raccolti in una mostra all’Archivio Comunale, che ripercorre dal 1886 fino al piano Baldino, tutti i progetti di risanamento per la Città vecchia. La mostra è stata ideata per la terza edizione del Festival di Storia tarantina, promosso dell’associazione culturale Orizzonte Cultura 2.0.
Valentina Castellaneta ne ha parlato nel suo audioracconto
Tra i tanti progetti fatti per il risanamento dell’Isola, c’è anche il progetto di un cinema teatro che sarebbe dovuto sorgere sul mare alla discesa del Vasto, mai andato in porto. Fino al Piano di risanamento della Città Vecchia a cura dell’architetto Francesco Blandino che nel 1971 scriveva: «per ragioni che si fanno risalire lontane nel tempo, e che in qualche modo ci spiegano l’immobilismo che caratterizza in generale la situazione della Città Vecchia, il cittadino medio di Taranto ha vissuto il problema in modo estrinseco e superficiale: una sorta di cattiva coscienza si è costruita in lui nel continuo sorpasso della Città Vecchia, lungo i due sensi unici in uscita della Città su Corso Garibaldi, ad andatura più sostenuta, dopo l’attesa snervante per attraversare il ponte girevole ed in entrata su Corso Vittorio Emanuele».
Blandino racconta di un tarantino che attraversando l’Isola su via Garibaldi non guarda i vicoli «la parte “brutta” della città Vecchia da demolire senza indugi», mentre la Ringhiera è «la parte pregevole». La mostra all’Archivio Comunale, mostra quanto attuale sia il tema Città Vecchia, quanto si sia discusso sui risanamenti, nella storia di Taranto e lo si fa ancora oggi.
Per conoscere meglio il piano di risanamento di Blandino, Marina Luzzi ha intervistato l’architetto Massimo Prontera