Citando le parole di Michele Serra, in Siria (un paese magnifico) il turismo è morto da una decina d’anni per colpa di una guerra civile divenuta ormai permanente.
A Kiev e Odessa (ma anche a Mosca e San Pietroburgo, se è per questo) ben pochi hanno voglia di andare.
Ora rischiano grosso Giordania, Israele, Egitto e Turchia.
E conoscete qualcuno che voglia andare in vacanza nello Yemen?
Leggendo il reportage di Irene Maria Scalise sull’impatto negativo che la guerra israelo-palestinese ha sul turismo, ho pensato che in un eventuale Fronte Mondiale Pacifista le agenzie turistiche potrebbero godere di un ruolo propulsivo fondamentale, tanto quanto i frati di Assisi, i vecchi hippies irriducibili e gli attivisti non violenti.
La guerra è nemica dei viaggiatori: sequestra i territori, li annette al suo gioco di fuoco e di macerie, li sottrae alla curiosità e alla vita.
Vedete, amici, come il buon Serra, anche io sono sicuro, anzi sicurissimo, che la maggioranza degli esseri umani sia pacifica.
E che la guerra sia, dunque, la vittoria di una minoranza prevaricatrice, che sequestra grandi porzioni del pianeta all’uso quotidiano e alle abitudini socievoli.
Sia essa condotta dagli Stati e dai governi, sia da fazioni che si ritengono autorizzate a farlo, la guerra è antidemocratica per natura: una dittatura militare che costringe tutti ad adattarsi, piegarsi, accettare l’orribile, l’indegno, l’irrimediabile.
La pace, al contrario, è l’organizzazione di una maggioranza che non ha ancora trovato il modo di trovare la sua via, i suoi mezzi, le sue parole.
La sola cosa certa è che è una maggioranza offesa, derubata del suo ruolo e prima di tutto del suo territorio.
In questi giorni, oltre alle tante guerre fatte di armi più o meno micidiali, se n’è combattuta una forse meno fragorosa, ma non per questo meno distruttiva, a due passi da noi, nella civile Inghilterra: quella tra scienza medica e fede.
In mezzo la piccola Indi, 8 mesi e un male dal quale poteva guarire, nonostante la sua incredibile voglia di vivere.
Sappiamo tutti com’è finita, ahimè.
Certo è strano sapere che, in mondo in cui l’intelligenza artificiale resuscita band storiche, la pietà umana non sia riuscita a tenere attaccatala una singola spina.
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