Con l’arrivo di Santa Cecilia si accende il Natale tarantino. Luminarie e Pista di pattinaggio anche piazza Maria Immacolata. E sulla collocazione del grande compressore per la pista a ridosso dell’effige della Madonna, c’è polemica. L’architetto Augusto Ressa ha sollevato la questione denunciando prima sui social e poi ai microfoni di Buongiorno Taranto il problema.
Un intervento che avrebbe anche danneggiato la piccola stata, a cui sono state spezzate le dita della mano destra.
Ha detto: «un’enorme, rumorosa unità di refrigerazione per l’alimentazione di una pista di ghiaccio, è stata collocata a ridosso dell’antico convento delle suore di Maria Immacolata. Oltre all’ oltraggio al monumento sorto nel 1854 nel cuore del Borgo umbertino nel sito di una Domus di età imperiale i cui splendidi mosaici sono esposti nel MArTA, si osserva l’oltraggio e il dileggio nei confronti dell’effigie dell’Immacolata, da ignoti barbaramente mutilata in questi giorni delle dita della mano destra.
La scultura, collocata negli anni ’30 in posizione d’angolo tra la piazza a lei dedicata e via Mignogna all’interno di un’edicola marmorea, per volontà dell’arcivescovo Bernardi, ha ora ai suoi piedi questo enorme compressore schermato su tre lati da teli con l’immagine di Babbo Natale. Non è la prima volta che negli ultimi anni assistiamo al dileggio della figura della Vergine, la cui devozione può essere non condivisa, ma non offesa e derisa, specie da un’istituzione pubblica.
Ai piedi dell’edicola ogni anno, il 7 dicembre, viene posto un omaggio floreale a devozione dell’Immacolata da rappresentanti dell’ Amministrazione comunale con tanto di fascia tricolore, gli stessi che, con varia alternanza, presenziano con atteggiamento devoto in prima fila alle celebrazioni liturgiche e ai sacri riti in cattedrale. C’ è da chiedersi se la tradizionale cerimonia del 7 dicembre avverrà anche quest’ anno, e se per quella occasione sarà stata individuata una più idonea collocazione per il compressore. Altrimenti meglio interrompere la tradizione attenendosi al vecchio adagio: “Gioca con i fanti e lascia stare i santi”».