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lunedì 7 Ottobre 2024

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lunedì 7 Ottobre 2024

Fare rete per salvare l’Arsenale Militare di Taranto. A chiederlo è la Funzione Pubblica della Cgil che ieri mattina, ha riunito istituzioni, Marina Militare e alcuni dei parlamentari e senatori pugliesi per una tavola rotonda. «Una situazione insostenibile» la definisce Grazia Albano, della segreteria provinciale della Fp Cgil. Lei lavora in Arsenale da 40 anni e racconta un lento e inesorabile depauperamento delle maestranze e della forza lavoro.

Grazia Albano, della segreteria provinciale della Fp Cgil

«Un tempo – afferma – solo l’Arsenale contava circa 2500 dipendenti, oggi ne conta appena 850. Del personale civile attualmente in servizio, tra due o tre anni il 50 per cento andrà in pensione. A restare saranno soprattutto ex militari transitati per problemi di salute e che, quindi, non possono svolgere attività. Per cui il numero del personale tecnico si dovrebbe ridurre intorno alle 150 unità». Non basteranno i 149 vincitori, su 315 posti disponibili, del corso – concorso appena terminato. «Che – sottolinea la sindacalista- tra ricorsi e bocciature, verranno assunti non si sa bene quando».

Quello lanciato da Cgil, insomma, è un chiaro grido d’allarme, non solo per il personale dell’Arsenale, ma di tutti e 18 i presidi che la Difesa ha su Taranto.

«La cosa che noi stiamo chiedendo – aggiunge Albano – è che ci sia un’alleanza con il territorio, le figure politiche, le figure istituzionali e la stessa Marina Militare, affinché ci siano delle assunzioni per rinvigorire tutta la difesa di Taranto, che offre un supporto alle unità navali davvero indispensabile. Con la consapevolezza che questa è un’attività garantisce alla Marina un’autonomia d’intervento importantissima. Rivolgersi ad aziende esterne, per le stesse operazioni, ha costi proibitivi».

Quello che serve per la Cgil è un corposo piano assunzioni, soprattutto di tecnici nel più breve tempo possibile, in modo da poter trasmettere le competenze specialistiche difficili da reperire sul mercato.

«L’ultima volta che sono venuto qui – ha detto Florindo Oliviero, segretario nazionale Fp Cgil – con l’ammiraglio abbiamo constatato che le conoscenze di questa forza produttiva vengono messe a disposizione degli altri paesi europei, eppure siamo in questa situazione. Ma il depauperamento della forza lavoro di questo Arsenale è la stessa che stanno vivendo tutti gli arsenali e tutti i siti produttivi della Difesa del nostro paese. Tra pensionamenti e blocco delle assunzioni abbiamo disperso professionalità e grandi maestranze che sono state importanti per il territorio. Perdere un presidio come questo significa perdere le esperienze lavorative che qui si sono fermate. Vuoti che non saranno colmati neanche con le assunzioni del concorso gestito da Formez, con cui sembrava dovessimo assumere ingegneri, invece dobbiamo assumere tornitori, saldatori. Questo non va bene, i concorsi devono essere rapidi e veloci».