Taranto rinvia al mittente le dichiarazioni di Enzo Magistà sulle cozze di Taranto «allevate nel Mar Piccolo inquinato dalla diossina». In questo “dissing della cozza” contro l’ex direttore di Telenorba si sono scagliati non solo i produttori e il Comune, ma anche associazioni di categoria e cittadini illustri a difesa del mitile che da anni è diventato presidio Slow food.
«I mitilicoltori – ha replicato nervosamente, Francesco Marangione, referente della categoria di Confapi Taranto – fanno tanto per uscire dall’anonimato e dall’abusivismo, per poi assistere a chi con facilità infierisce sulla fatica e sui sacrifici dei lavoratori, che con le proprie forze stanno risollevando il settore. Ma deve essere definitiva la smentita: tutte le nostre cooperative sono coperte da autorizzazioni sanitarie, noi abbiamo tutti bollettari e certificati Asl. Siamo stanchi di questa onta e agiremo per le vie legali».
Dello stesso parere Confcommercio Taranto che ha fatto sapere: «Chiunque, per motivi di visibilità o altro, contribuisca a infangare il percorso di rinascita di Taranto, si rende complice di un danno incalcolabile; in ragione di ciò che Confcommercio Taranto ha dato mandato ai propri legali». Non un grande endorsement per Magistà, che si candida ad essere uno dei nomi del centrodestra per la corsa alla presidenza della Regione Puglia.
Tante le reazioni alle dichiarazioni di Magistà arrivata da associazioni di categoria, Asl e società civile. «La diffido formalmente a procedere – ha scritto in una nota il sindaco Piero Bitetti – alla pubblica rettifica delle affermazioni false da Lei rese, nonché ad astenersi in futuro dal diffondere informazioni inesatte o fuorvianti che possono arrecare danno all’immagine di Taranto e dei suoi prodotti tipici apprezzati e conosciuti per la loro bontà».
Ospite di Buongiorno Taranto Francesco Marangione, mitilicoltore e referente della categoria per Confapi Taranto e Unicoop ha spiegato tutto il processo di produzione

