A Taranto molte imprese chiudono ma sono in numero maggiore le attività appena avviate, nonostante le incertezze sul futuro dovute alla crisi economica da Covid19. E la città può tirare un sospiro di sollievo. Al 31 dicembre 2020, risultano registrate nel Registro delle imprese di Taranto 50.379 imprese, di cui 42.410 attive, 4.584 inattive, 14 sospese, 1.037 con procedure concorsuali, 2.334 in scioglimento/liquidazione. Sono 8.599 le unità locali che, aggiunte alle sedi, portano a 58.978 le localizzazioni della nostra provincia. Nell’anno passato sono state iscritte 2.415 imprese e ne sono state cancellate 1.912. Risulta, dunque, positivo il saldo in valore assoluto, con +503 unità. Il tasso di crescita italiano è pari a +0,32%, quello pugliese è +0,80%, la provincia di Taranto, con +1,01% è la terza in Puglia per performance, dopo Lecce con una crescita percentuale dell’1,22% e Brindisi, con +1,04%.
«In questo momento di crisi e grave disorientamento del Paese e dei territori, è positivo il saldo fra iscrizioni e cessazioni e, di conseguenza, lo è anche il tasso di crescita annuale. Può apparire strano – commenta il presidente della Camera di Commercio – considerata la drammatica realtà che le nostre imprese vivono ogni giorno, ma vi sono delle motivazioni. Anche a livello di settori, i tassi di crescita annuale hanno tutti il segno +, ad esclusione dell’Agricoltura (ferma allo 0,0%) e delle Attività manifatturiere, energia, minerarie (- 0,2%)».
Tuttavia, il territorio percepisce un decadimento del sistema delle imprese ed un progressivo impoverimento. «Non è sbagliato – chiarisce Sportelli – una nuova impresa non vale quanto una che chiude. Con quest’ultima perdiamo valore aggiunto, occupazione, competenze e, troppo spesso ormai, tradizione. Con una nuova iscritta accendiamo una speranza, ma probabilmente ancora non la necessaria produzione di ricchezza».
Sportelli sottolinea anche, come pure evidenziato a livello nazionale, che gli effetti statistici delle chiusure di fine anno sono visibili pienamente con i dati al primo trimestre dell’anno successivo:
«Ad aprile 2021 potremo valutare meglio gli effetti della pandemia sul quadro imprenditoriale e fare una valutazione probabilmente più aderente alla percezione anche rispetto al valore aggiunto e all’occupazione. Devo, però, evidenziare, che essendo la Camera di commercio componente del CIS e principale Osservatorio delle dinamiche economiche del territorio, vedo ottimi segnali. Certamente – conclude il presidente Sportelli-grazie alla straordinaria e ormai quotidiana azione del Contratto Istituzionale di Sviluppo, coordinato dal Sottosegretario Turco ed al massimo impegno dei nostri enti territoriali locali, si attiverà una crescita vera e di lungo termine».