Tragedia sfiorata ieri nell’ex Ilva. Erano una decina gli operai che ieri mattina, intorno alle 7.30, nella colata continua dell’acciaieria 2 di Arcelor Mittal Italia, hanno assistito inermi ad un esplosione da cui è scaturito un incendio. L’Unione sindacale di Base ha diffuso il video delle fiamme divenuto virale sui social. Gli operai erano tutti nei “pulpiti”, cioè nella zona considerata di controllo ma per puro caso. “Se qualcuno si fosse trovato alla misurazione della temperatura”- spiegano i sindacati – “adesso staremmo piangendo un altro morto”. Il problema principale restano le mancate manutenzioni ordinarie e straordinarie degli impianti. “Il boato e l’incendio di oggi alla colata continua dell’acciaieria 2 del siderurgico ArcelorMittal di Taranto, sono la conseguenza di una situazione già nota da molto tempo, cioè quella di una fabbrica che ormai non fa più manutenzioni agli impianti” – ha dichiarato Vincenzo La Neve, coordinatore di fabbrica Fim Cisl – e se l’azienda mette in cassa integrazione manutentori e ispezionatori, se non mette risorse adeguate sugli interventi da fare, è chiaro che si va incontro a situazioni come quella di questa mattina”. Per la Fim Cisl, “il Governo deve intervenire immediatamente”. E sulla vicenda ieri sera è intervenuto anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Questo incidente testimonia l’urgenza e la non più differibilità degli interventi di messa in sicurezza della fabbrica, per chi ci lavora e chi abita nelle immediate vicinanze. La Regione Puglia manifesta vicinanza ai lavoratori ed alla comunità tarantina. Il governo del Paese – continua Emiliano – deve tirarci fuori dal limbo giuridico e di fatto in cui siamo finiti da mesi, la posizione del territorio è chiara e compatta. ArcelorMittal dia risposte concrete sulla sicurezza degli impianti e la tutela dell’integrità di chi ci lavora e non perda tempo a osservare le bacheche dei social network per limitare e reprimere la libertà dei lavoratori che segnalano questa situazione”. Molto critico pure il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che ha scritto in una nota: “Chiediamo al Presidente della Repubblica Mattarella, al Presidente del Consiglio Draghi, al Ministro della salute Speranza, al Ministro della transizione ecologica Cingolani e al Ministro dello sviluppo economico Giorgetti, di mettere presto fine a questo scempio, a questo continuo smacco all’Italia”.