Il santo irlandese, che nacque a Canty, in Irlanda tra il 610 e il 620, è legato al nostro territorio in modo indissolubile. Per i miracoli attribuitigli, la vicinanza verso il prossimo e l’attenta evangelizzazione, è amato e venerato nella cattedrale a lui dedicata, la più antica di Puglia, dove riposa dal 685, anno della sua morte, allorché fu sepolto sotto l’impianto della Cattedrale. Nel 1071, mentre si stava riedificando la Cattedrale, precedentemente distrutta dai Saraceni, il suo corpo fu ritrovato. Per i suoi 950 anni dalla riedificazione e del ritrovamento del corpo del santo, è stato indetto il Giubileo, avviato il 30 aprile u.s. con l’apertura della Porta Santa . “Fino al 10 maggio del 2022 sarà possibile ricevere il dono dell’indulgenza plenaria, afferma l’arcivescovo mons. Filippo Santoro alle solite condizioni. Così come la ricostruzione del duomo tracciò l’inizio della ripartenza, per noi queste celebrazioni segnino l’avvio di una nuova primavera”.
Cataldo arrivò a Taranto a seguito di un naufragio. Secondo la tradizione, il Santo sarebbe giunto a Taranto per volere divino: durante il soggiorno nei Luoghi Santi, mentre era prostrato sul Santo Sepolcro, gli apparve Gesù dicendogli: «Catalde vade Tarentum!» «Cataldo vai a Taranto!» per rievangelizzare la città ormai in mano al paganesimo, a causa delle incursioni di Barbari e Musulmani. Il suo arrivo fu accompagnato da una intensa opera di evangelizzazione. Morì a Taranto intorno all’ anno 685, venne sepolto sotto l’ impianto della Cattedrale e lì il suo corpo fu dimenticato per parecchi anni, a causa delle continue distruzioni cui fu sottoposta la città.
Il 10 maggio 1071, mentre si scavavano le fondamenta per la riedificazione della Cattedrale, nel luogo dove una volta esisteva una cappella dedicata a San Giovanni di Galilea, venne ritrovato il corpo del Santo. Fu riconosciuto da una croce d’ oro con la scritta: “Cataldus Rachau”, cioè Cataldo Vescovo di Rachau. Il santo corpo fu collocato sotto l’ altare maggiore della nuova Cattedrale. Da allora la devozione verso il Santo ebbe grande diffusione non solo in Puglia, ma anche in altre regioni d’ Italia.
PROGRAMMA
Sabato 8 maggio
17:30 Liturgia della Parola
presieduta da S.E.R. Mons. Filippo Santoro,
Arcivescovo Metropolita di Taranto.
Consegna del simulacro del Santo Patrono al Sindaco di Taranto il quale metterà sulla statua
le chiavi d’argento, segno eccezionale e commemorativo del Giubileo dei 950 anni. Saranno
presenti tutti i sindaci dei comuni facenti parte dell’arcidiocesi di Taranto invitati a
partecipare alla celebrazione giubilare delle amministrazioni comunali. I sindaci porranno un
cero votivo recante lo stemma della propria comunità nel battistero, luogo del ritrovamento
delle reliquie di San Cataldo. Alla celebrazione si accede solo su invito.
Lunedì 10 maggio
Sante Messe alle 9.30 e alle 12.00 (Si accede senza pass)
11:00 Commemorazione dell’Invenctio Corporis Sancti Cataldi
presieduta da S.E.R. Mons. Filippo Santoro,
Arcivescovo Metropolita di Taranto.
L’arcivescovo partendo dalla cappella del Santissimo Sacramento con il Capitolo
Metropolitano, raggiungerà il battistero, luogo del ritrovamento del corpo di San
Cataldo nel 1071. Qui riceverà la crocetta aurea, prezioso del corredo funebre, con
l’incisione “Cataldus” che facilitò il riconoscimento del santo. Monsignor Santoro, in
memoria del “soave odore” promanato dal sepolcro quando fu rinvenuto 950 anni
fa, porrà un braciere con l’incenso, poi recandosi in processione all’altare maggiore
presiederà la liturgia della Parola e benedirà l’assemblea con la crocetta aurea. Per
partecipare alla celebrazione non vi è bisogno di pass. (Si accede senza pass).
18:30 Solenne Concelebrazione Eucaristica
presieduta da S. E. R. Mons. Filippo Santoro,
Arcivescovo Metropolita di Taranto
con la partecipazione dei Vescovi della MetropolIa.
Per partecipare alla celebrazione c’è bisogno di un pass-invito
20.30 Inno San Cataldo,
concerto della Grande Orchestra di Fiati Santa Cecilia Città di Taranto, diretta dal M°
Giuseppe Gregucci con la partecipazione del soprano Daniela Abbà e del Tenore Cataldo
Caputo.