Il mare di Taranto come nuova risorsa per cambiare la narrazione della città. È stato questo il tema al centro del talk organizzato a Palazzo Amati, in occasione dell’evento sportivo Mediterraneo Open Water 2025.
Un dibattito dove diversi esperti che operano quotidianamente sul territorio, hanno mostrato dati positivi sulla qualità delle acque, nonostante la forte presenza di fonti inquinanti. Un costante lavoro di monitoraggio che, come ha raccontato Antonella Petrocelli, ricercatrice IRSA-CNR Talassografico di Taranto, ha permesso l’avvio di un piano strategico nel Mar Grande.
Un impianto di chiarificazione delle acque, che rientra nel progetto del PNRR, del centro nazionale di bip diversità Spoke 2 che, secondo Petrocelli, produrrebbe benefici e risorse da applicare nel settore industriale.
È proprio “L’oro blu di Taranto”, la risorsa preziosa da tutelare e promuovere per generare un nuovo impulso sociale, economico e culturale della città. Un processo, ha detto Massimo Donadei, direttore di Mediterraneo Open Water 2025 che passa soprattutto attraverso lo sport.
Da cinque anni, infatti, Mediterraneo Sport Taranto organizza una competizione nazionale di nuoto in acque libere che si svolge nel capoluogo ionico, tra il Canale Navigabile, il Castello Aragonese, il Ponte Girevole e Lungomare. Un’occasione che consentirà il 13 e 14 settembre, agli atleti di diverse nazionalità di scoprire la bellezza dei luoghi e la qualità del nostro mare.


