Sono due le vicende che portano alla luce un evento storico poco indagato dalla storiografia: la deportazione di militari italiani nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Fra questi, due giovani tarantini: Vittorio Facilla e William Bardarè, deportati rispettivamente a Dachau e a Mathausen.
È il racconto del nuovo libro ‘Internati, Il violino di Dachau – La lunga marcia per Mauthausen’, scritto dalla ricercatrice storica Silvia Quero, che sarà presentato sabato 27 settembre alle 17:30 al Salone degli Specchi di Palazzo di Città.
Identificati come “I.M.I.” (Internati Militari Italiani), termine coniato dallo stesso Hitler per aggirare la convenzione di Ginevra, le storie dei due soldati hanno in comune non solo il punto di partenza e di arrivo, Taranto, ma anche il dolore, la sofferenza, la fame, la violenza fisica e psicologica, la capacità di adattamento, la forza d’animo e… un pizzico di fortuna.
Ecco cosa ha raccontato hai microfoni di PartecipiAmo Taranto, l’autrice del libro Silvia Quero


