«Non ci sono persone disabili, ci sono luoghi disabilitanti, che rendono tutti inabili di fare qualcosa». Per Marco D’Andria, presiedente dell’associazione Dis- Education Aps, Taranto non è una città accessibile.
C’è molto da cambiare e migliorare e, nonostante sostenga che le parole sono importanti, D’Andria pensa che sia più importante agire, spiegare con i fatti invece di discutere. Così il 4 ottobre la città dei Due Mari inaugurerà il mese dei Disability Pride, celebrando per prima in Puglia il “Mobility Pride”. Si tratta di una ciclo-passeggiata collettiva di circa 4 chilometri che partirà dal Parco delle Mura Greche per arrivare al Parco della Musica.
Un corteo di biciclette, carrozzine, monopattini, skateboard e piccoli veicoli sostenibili per chiedere una mobilità sicura, accessibile e sostenibile. Al Parco della Musica prenderà vita il Disability Pride Village con stand, laboratori, area ristoro e attività pomeridiane. La giornata si concluderà con il Disability Pride Show, una serata di spettacoli, musica e testimonianze. Nelle settimane successive il Pride della disabilità si sposterà nelle altre città della Puglia.
«La città – aggiunge D’Andria – deve essere sicura. Spesso i disabili sono chiusi in casa per tanti anni, non riescono a vivere liberamente la propria vita. Sono vite perse. Deve essere la comunità a rendere possibile uscire di casa, avere gli scivoli dei marciapiedi liberi, poter andare a mare anche per chi è in carrozzina, accedere tranquillamente a locali e mezzi di trasporto pubblici. La disabilità non è da riferire alla persona, è il luogo che abita ad essere disabilitante, perché non rende possibile una vita semplice. Taranto da questo punto di vista è una città fortemente disabilitante».
L’intento è sicuramente sensibilizzare la cittadinanza sui temi dell’accessibilità, ma anche creare un dialogo costruttivo e collaborativo con istituzioni, tecnici e con chi si occupa dei piani urbanistici, oltre a cercare di costruire una rete regionale di realtà e iniziative.
«Vogliamo promuovere – spiega Marco – non solo l’accessibilità, ma anche una mobilità sostenibile e soprattutto la sicurezza stradale. Non si tratta solo di un evento, ma di un vero e proprio movimento collettivo che attraversa territori, comunità e generazioni, per ridisegnare insieme l’idea di città e di società, dove ogni persona possa sentirsi parte, protagonista e libera. Promuovere i diritti e la piena partecipazione delle persone con disabilità».


