No al ricorso al Tar contro l’Aia rilasciata a luglio dal Governo all’ex Ilva di Taranto. La mozione presentata da Annagrazia Angolano, consigliera di opposizione del Movimento 5 stelle, ieri nel consiglio comunale in modalità question time è stata bocciata con 20 voti contrari e 4 favorevoli (2 astenuti e diversi dell’opposizione hanno lasciato l’aula).
La mozione presentata dal Movimento 5stelle che chiedeva al sindaco di impugnare l’autorizzazione integrata ambientale. Tra i favorevoli anche due consiglieri di maggioranza Luca Contratio (Pd) e Antonio Lenti (Verdi).
«Voglio dire una cosa alla città: fare un ricorso all’Aia non significa chiudere il “mostro”, non equivale a chiudere la fabbrica». Ha detto durante la discussione sindaco di Taranto Piero Bitetti convinto che il ricorso all’Aia avrebbe dato «al governo un alibi politico e mediatico, consentendogli di attribuire al Comune la responsabilità di un eventuale default industriale».
Alla mozione proposta da Angolano è arrivata una contro proposta firmata da tutti i consiglieri della maggioranza, eccetto quattro, Luca Contrario, Antonio Lenti, Vincenzo Di Gregorio e Virginia Galeandro.
Nella mozione, passata con 19 voti a favore, 2 astenuti e 4 contrari, il consiglio impegna il sindaco a ribadire al Governo la richiesta di nazionalizzazione della fabbrica siderurgica, la richiesta formale al Governo e al ministero dell’Ambiente della «chiusura dell’area a caldo e la progressiva dismissione delle principali fonti inquinanti, con tempi certi e investimenti pubblici per la riconversione produttiva e ambientale del sito. Un tavolo permanente di confronto tra istituzioni locali, Governo, sindacati, università e mondo.
La mozione dei consiglieri a sostegno di Bitetti, chiede anche di sollecitare il completamento delle infrastrutture strategiche come l’autostrada, l’aeroporto, e il potenziamento del porto.
Infine, «a difendere con fermezza il diritto della città di partecipare attivamente alle scelte che riguardano il proprio futuro ambientale, industriale e sociale». Non sono mancati gli scontri in aula con le associazioni ambientaliste che hanno presenziato tra il pubblico e con un sit-in davanti a Palazzo di Città.
Momenti di tensione si sono registrati con gli interventi di Luca Lazzàro di Fratelli d’Italia, che ha definito Taranto «ostile agli investimenti, al futuro e alla sostenibilità. Quella del ricorso – ha aggiunto – è una bandiera politica che si vuole issare sulla fabbrica. Serve un’alleanza trasversale del Sì».