La signora Antonia Cappellari vive al piano romano di una delle cosiddette case bianche, più precisamente le palazzine di edilizia popolare del plesso Leone di Paolo VI. Racconta di vivere fra la puzza della spazzatura abbandonata sul ciglio della strada e l’acqua che le entra in casa. Suo marito Nicola non c’è più e lei non sa come fare.
«Menomale – afferma – che da poco hanno aggiustato gli scarichi della fognatura, altrimenti mi allagavo sempre. Sono 50 anni che subisco tutti questi problemi. Sembra l’inferno, non si può stare per il freddo. Anche se metti stufe, deumidificatori, non si asciuga».

Macchie nere di muffa sui soffitti, dietro a mobili, termosifoni e intorno alle finestre, crepe sui muri esterni e tanta preoccupazione. All’interno delle abitazioni delle case popolari del Plesso Leone, c’è un’ossessiva ricerca di decoro e pulizia, mentre all’esterno c’è il degrado: buche nell’asfalto piene d’acqua, alberi di fico che escono dalle cantine e montagne di spazzatura maleodorante che attirano blatte, topi e sciami di mosche. Qui qualcuno ha provato a fare la raccolta differenziata, ma ha ceduto quando sono iniziati i cumuli di buste e rifiuti e Kyma Ambiente ha smesso di passare a raccoglierli.
La più grande paura è l’arrivo dell’inverno e delle piogge, perché tra allergie, asma e bronchiti corniche tutti dicono di soffrire di malattie respiratorie. Come è accaduto a Tiziana Busali inquilina dell’ultimo piano.
«Io sono disoccupata – racconta – cerco di sbarcare il lunario facendo anche la bracciante agricola. Sono una buona inquilina però, non salto mai una bolletta, ma ho bisogno anche di essere tutelata. Non posso investire ancora soldi per riparazioni che non mi competono. In passato l’ho fatto, ma non ho più nulla da parte. Non ho più soldi». Appena si entra in casa sua si sente subito un pungente odore di umidità, nonostante il deumidificatore, le finestre aperte e le pareti imbiancate di fresco. Vivendo all’ultimo piano e il suo problema sono le infiltrazioni dal terrazzo, oltre alle crepe dell’intonaco sulla facciata grigia della palazzina.
Quello che Tiziana chiede ad Arca Jonica, ente che gestisce le residenze popolari, è un aiuto, un intervento strutturale, come la guaina sul pavimento del terrazzo. «Perché – aggiunge – non si può più vivere così. Nei giorni di pioggia battente devo salire sul terrazzo e tirare via l’acqua che ristagna per evitare le infiltrazioni. Se dovesse piovere ancora tanto, non potrò farlo perché sto male ho una bronchite. Per guarire faccio l’aerosol e non posso ricascare sempre in questa situazione. Oggi stare male è un lusso».