Tre percorsi possibili per salvare i dipendenti della Hiab di Statte. Buone speranze sono arrivate ieri all’incontro al Ministero per le Imprese e Made in Italy tra la multinazionale di produzione gru e le sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm, una buona notizia per i dipendenti rimasti, circa 80 tra amministrativi e operai specializzati, impauriti dall’avvicinarsi del termine della cassintegrazione: tra quattro mesi, infatti, i lavoratori rischiano di rimanere anche senza ammortizzatori sociali.
La prima opzione riguarda due aziende del barese, attive nel comparto ecologico, che si sono dichiarate disponibili a rilevare una parte del personale, circa 60 unità. La prima intende impiegare i lavoratori nel settore della produzione di compattatori per rifiuti, la seconda nella produzione di macchine per spurghi, con sede operativa nel territorio.
La terza azienda ha espresso un interesse limitato esclusivamente a carpentieri e saldatori, da impiegare come trasfertisti presso i propri cantieri territoriali. «Ipotesi molto concrete» le hanno definite i sindacati che ieri mattina sono tornati in sit-in con i lavoratori davanti alla fabbrica.
L’insegna della Hiab di Statte, intanto, in questo anno di lotte è sbiadita. Risale a luglio 2024, la decisione della multinazionale, specializzata nelle attrezzature per la movimentazione su strada dei carichi, di delocalizzare la produzione dallo stabilimento di Statte a quello di Minerbio, vicino Bologna.
Una decisione che ha comportato la graduale dismissione del sito tarantino, fermo ormai da marzo 2025, nonostante lo stabilimento fosse il fiore all’occhiello dell’azienda. Oggi le rassicurazioni arrivano dal Sepac, la task-force regionale.
Il presidente Leo Caroli durante l’incontro ha garantito che tutte e tre le aziende sono state valutate come realtà industriali solide e in forte espansione, sia sul piano produttivo sia sotto il profilo economico-finanziario.
Nelle prossime settimane, tutte e tre elaboreranno un piano industriale e di fattibilità da sottoporre all’azienda. Per Fim, Fiom e Uilm, però «il fattore tempo non è affatto trascurabile, data la pressione delle imminenti scadenze».
I sindacati hanno chiesto che Hiab metta a disposizione un ulteriore incentivo economico, per risarcire adeguatamente il danno subito dai lavoratori e contribuire concretamente al finanziamento dei nuovi progetti di industrializzazione. Prossimo appuntamento al Ministero fissato per il 27 novembre.