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lunedì 17 Novembre 2025

Scuole che cadono a pezzi e biglietti troppo costosi per i trasporti pubblici che utilizzano gli studenti.

Sono queste le principali motivazioni che hanno spinto gli alunni di alcune scuole superiori di secondo grado di Taranto e della provincia a scendere in piazza ieri, per lo sciopero nazionale indetto in occasione della giornata dello studente e a occupare le vie del centro.

«Abbiamo un buco nel muro della nostra aula – ha detto Valentina Trombettieri studentessa dell’Archita- con dentro un termosifone rotto. Abbiamo segnalato il problema, ma nessuno si muove per risolverlo. La nostra sede inoltre, è molto pericolante non ci sentiamo al sicuro».

Condizioni precarie che vivono anche all’interno di altre scuole come il Liceo Calò di Taranto e di Grottaglie e il “Ferrari”. A questo si aggiungono anche le difficoltà legate ai trasporti pubblici, troppo costosi per gli studenti e inefficienti.

«Siamo arrivati a spendere 200 euro per un abbonamento annuale e un servizio non sempre garantito e puntuale– ha detto Edgardo De Palma, studente dell’Archita – un costo troppo alto, considerando che per molti nostri compagni, con fratelli e le sorelle che frequentano le scuole superiori, la cifra raddoppia, senza contare i prezzi dei libri e della cancelleria: materiali necessari e a volte obbligatori per alcuni indirizzi specifici».

Disagi economici che hanno delle forti ricadute sul tessuto sociale e sul normale andamento della vita scolastica. Secondo Giorgia Laddomada, studentessa del liceo scientifico Ferraris, il problema è racchiuso nel poco interesse che mostrano gli adulti e i docenti nei loro confronti. «Non ci ascoltano – ha detto – I nostri bisogni si trasformano in lamentele eccessive».

Durante la manifestazione Eloisa Zaccaria della Rete degli studenti Medi di Taranto, ha voluto sottolineare come la scuola del merito del ministro Valditara non sia solidale ed egualitaria.

«Con la nuova legge di bilancio, il governo ha tagliato circa 99 milioni dai fondi per l’istruzione togliendo la possibilità a milioni di studenti di vivere in scuole sicure e accessibili. Non ne possiamo più di studiare in una scuola che non mette al primo posto le nostre esigenze».