Le sardine sono arrivate anche a Taranto. In Piazza Maria Immacolata tra le 1500 e le 2000 presenze. Pochi i giovanissimi ma era un dato prevedibile, considerando il flusso emorragico di ragazzi tarantini che vanno via in cerca di occupazione o per proseguire gli studi fuori. Chi c’era però, si è fatto sentire. Molti i cartonati colorati, raffiguranti il piccolo pesce simbolo della protesta anti-sovranista. Sul palco nessuna bandiera politica, nessuna sigla. Gli interventi dei referenti locali e regionali sono stati intervallati dalla musica. “Bella ciao” ha lasciato il posto sul finale a “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla, colonna sonora di questo movimento di piazza che da qualche settimana ha preso piede in tutta Italia e si prepara a manifestare anche in Europa, in attesa del raduno generale di Roma, il prossimo 14 dicembre.
Ultimo intervento quello di Mattia Santori, uno dei quattro fondatori del gruppo. Bolognese, faccia pulita, ha tenuto un discorso di circa dieci minuti, attento a richiamare i valori della solidarietà, contro l’odio social. «Ero molto preoccupato quando mi hanno proposto Taranto. Era una proposta folle, come lo è stato il primo raduno di Bologna. Oggi sono contento e vi ringrazio per aver portato il vostro corpo in una piazza. Tutti ci chiedono se vogliamo diventare un movimento politico ma non hanno capito che questo è un fenomeno di riaffermazione sociale».