“…sto parlando della città di Taranto dove ormai da 10 anni nonostante diverse perizie, nonostante tutte le sentenze e le ispezioni operate dai diversi gradi della Magistratura abbiano certificato che l’acciaieria produce ancora oggi polveri che causano danni alla salute; grave per chi abita nei quartieri limitrofi e nonostante sia stata ordinata la chiusura di quelle produzioni a caldo, di quegli altiforni, si è sempre trovata una maniera. Da ultimo il Consiglio di Stato ha bloccato una sentenza del Tar ma altre volte è stato direttamente il governo, il Consiglio dei ministri a sospendere temporaneamente e si continua così”.
Sono queste le espressioni incriminate, che sono costate la querela a Gad Lerner, giornalista e scrittore, da parte dell’amministratrice delegata di Accierie d’Italia, Lucia Morselli.
Per questo commento, fatto durante la diretta di ‘Prima Pagina’, rassegna stampa di Radio3, è stato accusato di condotta diffamatoria ai danni dei soci di Acciaierie d’Italia e verrà processato a Milano, il 14 marzo prossimo.
Il mondo dell’informazione si è mobilitato a suo sostegno e contro quella che è stata definita una “querela bavaglio”. I legali della federazione della stampa e dell’ordine nazionale dei giornalisti si sono resi disponibili a seguire Lerner e intanto sul sito di Art21, c’è l’invito a “a firmare tutte e tutti simbolicamente le parole di Gad Lerner” e a ritrovarsi “il 14 marzo in Tribunale a Milano per contrastare un bavaglio che riguarda tutte e tutti noi e, soprattutto, la Costituzione”.
Ospite di Buongiorno Taranto, con la direttrice Marina Luzzi e Francesco Casula, Gad Lerner ha raccontato di questa inaspettata querela e del significato che le va attribuito.