La Direzione Investigativa antimafia nell’ultima relazione semestrale presentata al Parlamento sullo stato delle mafie italiane nel primo semestre del 2022 della criminalità organizzata tarantina dice che è “mutevole e imprevedibile e che da anni è in perenne e silenzioso conflitto per la spartizione del territorio”. Sulla criminalità ionica, la relazione effettua come sempre una separazione tra i clan che operano a Taranto e quelli che invece si muovono nei comuni della Provincia, ma complessivamente la Dia afferma che «gli assetti della criminalità tarantina permangono mutevoli e imprevedibili anche in considerazione del proliferare di piccoli gruppi mafiosi emergenti e al ritorno in libertà di taluni esponenti di primo piano del panorama criminale jonico». I vecchi boss tornati in libertà che cercano di riprendere le redini dei loro gruppi e i nuovi clan emergenti, quindi, si giocano il controllo del territorio che lo Stato contrasta con le inchieste e gli arresti: «i numerosi gruppi attivi nel territorio sembrerebbero rapportarsi secondo logiche “spartitorie” così – si legge nella relazione – da mantenere i delicati equilibri in una sorta di latente conflittualità». All’interno di Buongiorno Taranto, una sintesi della situazione con Marina Luzzi e Francesco Casula e poi l’intervista a Carla Durante, direttrice della Dia di Lecce, competente anche per Taranto.