Una chiamata improvvisa e un soccorso difficile. È il bilancio del presidente di SOS Mediterranee, Abdelfetah Mohamed, intervistato da Marina Luzzi in Buongiorno Taranto, della notte di giovedì 2 novembre. La Ocean Viking è poi arrivata nel porto di Taranto, “porto sicuro” assegnato dalle autorità italiane, con a bordo i 75 migranti. Tra loro 23 donne e 17 bambini che hanno trascorso almeno sette giorni in mare e che avevano finito le scorte di cibo e acqua.
«La Ocean Viking, mentre era in navigazione da Ravenna a Siracusa, è stata contattata – ha riferito Abdelfetah Mohamed – dal Mrcc italiano perché soccorresse un’imbarcazione in difficoltà nel Mar Jonio. A bordo c’erano 75 persone su una barca a vela partita da Smirne, in Turchia».
A bordo anche una ragazza di 19 anni fuggita dopo essere stata arrestata durante le proteste seguite alla morte di Mahsa Amini.
«Ho protestato – ha raccontato – per la libertà delle donne in Iran. Il governo mi ha arrestato e condannato a 4 anni di carcere e 75 frustate. Sette dei miei amici sono morti durante le proteste. Ho visto l’inferno in questa barca, ma preferisco essere uccisa dal mare che dal governo».
Marina Luzzi ha intervistato il presidente italiano di Sos Mediterranee Abdelfetah Mohamed, di stanza a Taranto.
Abdelfetah ha parlato di Taranto come una città ospitale. «Chi vive arriva qui rischiando la vita – ha raccontato – vuole vivere, non vuole creare problemi. Non hanno casa, non hanno supporto familiare e cercano di sopravvivere. In tanti si sono sistemati nel territorio, altri sono ancora in cerca». Il presidente italiano dell’Ong ha raccontato poi la situazione che vivono i migranti sul territorio. «Non tutti i migranti che arrivano sono un problema. Il mio appello è di essere più aperti e non generalizzare». Per ascoltare l’intervista basta cliccare sul link