Addio al divorzio consensuale tra Invitalia e Arcelor Mittal su ex Ilva. Le parti che compongono Acciaierie d’Italia, non avrebbero trovato un accordo e si va verso l’amministrazione straordinaria del siderurgico con la nomina di un commissario.
Ieri, fuori agenda, il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che spiana la strada a questa possibilità e, come si legge in una nota di Palazzo Chigi, “rafforza alcune misure già presenti nell’ordinamento, a tutela della continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi, fra cui l’ex Ilva, prevedendo garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale amministrazione straordinaria.
Vengono esclusi dalla cassa integrazione i lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che restino operativi. Rimangono ferme le disposizioni, già inserite nell’ordinamento, a tutela delle piccole e medie imprese creditrici. L’incontro con le organizzazioni sindacali è fissato per il 18 gennaio alle ore 15, per proseguire il confronto sul futuro”.
E su questa novità interviene AIGI, l’associazione di categoria che rappresenta l’80% delle aziende dell’indotto. “Nelle poche righe del comunicato diffuso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri viene specificato che saranno previste tutele per i lavoratori diretti ma, non troviamo alcun riferimento specifico e di tutela per le aziende dell’indotto associate ad Aigi su cui aleggia per la seconda volta consecutiva in 10 anni, lo spettro dell’amministrazione straordinaria, un secondo “bidone” quantificabile in 120 milioni di euro. Una nuova amministrazione straordinaria che decreterà la morte delle imprese dell’indotto e con esse il fallimento dell’intero Sistema Taranto.” Aigi, intanto, ha tenuto una riunione con i suoi associati per decretare lo stato di emergenza dell’indotto.
E ieri sera, in piazza Maria Immacolata, associazioni ambientalisti, operai e singoli cittadini si sono riuniti in un’assemblea pubblica, per chiedere alla città di fare squadra nella costruzione di economie alternative all’acciaio e al governo di investire in bonifiche certe e celeri. C’era anche l’attore e regista Michele Riondino. Ecco cosa ha detto a Valentina Castellaneta