FREQUENZA 96.5 MHZ

martedì 5 Novembre 2024

FREQUENZA 96.500 MHZ

martedì 5 Novembre 2024

Ex Ilva. Lunedì mattina con partenza dalla portineria Imprese, la mobilitazione delle imprese dell’indotto e dei diretti, aderenti ai sindacati confederali. « Una manifestazione che proseguirà in corteo attorno al perimetro dello stabilimento – spiegano in una nota i sindacati – con l’obiettivo, nell’iter di conversione del decreto di trovare le opportune garanzie a tutela dei lavoratori e dei crediti delle imprese, al fine di garantire la salvaguardia ambientale, occupazionale e industriale»

«A Taranto – afferma il segretario generale Uilm, Rocco Palombella – il disegno di chiudere gli impianti si sta portando a compimento: l’unico altoforno in marcia ridotta è il numero 4, mentre l’altoforno 1 è fermo da agosto nonostante doveva fermarsi solo per un mese e il 2 è stato fermato Non possiamo permettere tutto questo, se spengono anche l’ultimo forno in marcia dobbiamo dire addio alla siderurgia in Italia e all’ex Ilva una volta per tutte. Ma noi non ci rassegniamo e chiediamo ai commissari di Ilva in AS, proprietaria degli impianti, di intervenire tempestivamente per bloccare questo scempio».

Con un comunicato stampa Acciaierie d’Italia intende smentire le dichiarazioni rese dalle organizzazioni sindacali, secondo le quali nello Stabilimento di Taranto si starebbe verificando «uno spostamento illecito di personale da un impianto all’altro», Acciaierie d’Italia precisa che eventuali spostamenti di personale sono avvenute rispetto delle vigenti disposizioni di legge e di contratto. «Recentemente – si legge nel comunicato -l’azienda si è attivata per svolgere attraverso suo personale diretto alcune mansioni di base in precedenza svolte da fornitori esterni»

Intanto di fronte al rischio di blocco totale e al rallentamento delle forniture e delle attività degli altiforni, «i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria – riportano fonti di Sky Tg 24 – avrebbero richiesto ad Acciaierie d’Italia aggiornamenti urgenti circa lo stato di funzionamento degli impianti degli stabilimenti, le iniziative in corso di svolgimento e la necessità di una loro visita ispettiva». La richiesta arriverebbe in risposta ad una nota del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha «sollecitato i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria e il socio pubblico Invitalia a esperire le dovute interlocuzioni con Acciaierie d’Italia e tutte le azioni necessarie al fine di garantire la continuità produttiva degli impianti siderurgici di Taranto».

Giovedì 25 gennaio in Buongiorno Taranto, Marina Luzzi e Valentina Castellaneta hanno ascoltato i lavoratori dell’indotto, impegnati in piccoli presidi, tante piccole proteste. Nel nostro reportage tra i lavoratori dell’indotto abbiamo incontrato degli operai che bloccavano i cambio in ingresso alla portineria ex Ilva all’interno del Porto Mercantile

Intanto alla portineria C erano ancora tanti i camion fermi e gli operai che presidiavano l’ingresso. Qui la protesta va avanti da tanto. Vincenzo lavora per una ditta che si occupa di trasportare il minerale dai parchi alle tramogge. «Tra i lavoratori dell’indotto – racconta – c’è solidarietà, ma ci stanno lasciando soli allo sbaraglio. Non c’è mai una presenza politica, non c’è nessuno che ci dia una spiegazione o che dica “vi aiutiamo”. Noi stiamo facendo di tutto per sostenere la nostra ditta perché ci ha sempre trattato bene, ma ci sentiamo soli». Antonio è in cassa integrazione da lunedì. Lavora in una ditta che si occupa di pulizie industriali. «Ad oggi non abbiamo avuto ancora lo stipendio – denuncia – e non abbiamo garanzie di riceverlo». Anche lui dice di sentirsi abbandonato e vuole risposte urgenti dal Governo.

Alcuni lavoratori non percepiscono lo stipendio da mesi, si parla di mandare 2700 persone in cassa integrazione, ma molti di loro lo sono già da lunedì. La ditta per cui lavora Sergio, da quanto riportano i rappresentati sindacali, avrebbe già comunicato che dal 31 gennaio lascerà l’appalto. Così lui e i suoi colleghi erano fermi davanti alla portineria all’interno del varco Nord del Porto Mercantile, a manifestare la loro preoccupazione. Vogliono avere notizie. Gli preme sapere quale ditta abbia preso il posto della loro e se dal primo febbraio avranno ancora un lavoro.