FREQUENZA 96.5 MHZ

martedì 18 Febbraio 2025

FREQUENZA 96.500 MHZ

martedì 18 Febbraio 2025

Sono passati 10 anni dal giugno del 2014, quando la nave San Giorgio e la nave Etna del Marina Militare Italiana portarono a Taranto rispettivamente 1.026 e 1300 migranti Sbarcarono nel porto, in quei giorni caldi di inizio estate, ben 252 minori, un centinaio dei quali non accompagnati e 12 donne incinte. I bambini più piccoli avevano tra i 4 e i 5 mesi di vita. Tra loro profughi siriani e sudanesi. Molti di loro sono subito partiti per il Nord Italia.

Un’emergenza in cui si mobilitò tutta la città aiutando e sostenendo le strutture di fortuna in cui queste persone furono sistemate: come la palestra Ricciardi, il mercato ortofrutticolo dei Tamburi e l’asilo Baby Club. Da quella notte sono nate tante associazioni ancora presenti sul territorio. Una di queste si chiama Ohana e ancora oggi si occupa di dare aiuto e sostegno ai migranti in difficoltà sul territorio.

Della condizione di Omar Marina Luzzi ha parlato con l’avvocata Daniela Lafratta, socia dell’associazione.

Ohana significa famiglia, l’obiettivo con cui è nata l’associazione era ed è aiutare chi una famiglia non ce l’ha, o è molto, troppo lontano, supportando le persone straniere presenti sul territorio, con servizi di orientamento sociale e legale e promuovendo l’interculturalità. Uno di questi si chiama Omar, un rifugiato politico eritreo che lotta da anni con un cancro all’ultimo stadio e non gode dei diritti riservati al suo status. In questi anni ha subito molte operazioni e sono i volontari dell’associazione a prendersi cura di lui e delle sue necessità, ma manca un sostegno delle istituzioni.