FREQUENZA 96.5 MHZ

giovedì 12 Giugno 2025

FREQUENZA 96.500 MHZ

giovedì 12 Giugno 2025

Acciaierie d’Italia in As ha comunicato ai sindacati la richiesta di cassa integrazione per 3926 lavoratori, di cui 3.538 nello stabilimento di Taranto, dopo il dimezzamento della produzione in seguito al sequestro disposto dalla procura dell’altoforno 1 dopo l’incendio del 7 maggio scorso.

«Da domani i numeri della cassa integrazione per i dipendenti dell’ex Ilva “cresceranno e raddoppieranno”». Sarebbero queste le parole che, a quanto si apprende, Claudio Picucci, responsabile delle risorse umane di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, avrebbe riferito ai sindacati nel corso dell’incontro di questa mattina tra i commissari e le sigle per discutere gli interventi necessari e la cassaintegrazione. Le organizzazioni sindacali hanno reagito con un secco no.

«Siamo indisponibili a discutere di incremento della Cigs – ha subito dichiarato Guglielmo Gambardella, Segretario nazionale Uilm che segue il settore – il Governo assuma la gestione del Gruppo e avvii da subito l’elettrificazione e la decarbonizzazione della produzione. Lo Stato dimostri di credere nella strategicità di Ilva e intervenga in prima persona». «Il Governo nazionalizzi – ha scritto Rizzo di Usb -nell’interesse dei lavoratori e della comunità e abbandoni una trattativa al ribasso». Mentre Fim Cisl chiede un incontro urgente a Palazzo Chigi.

Confindustria Taranto chiama alla responsabilità. “Ancora una volta la mancanza di dialogo mette a rischio la tenuta di un intero apparato industriale”. Così commenta il Presidente Salvatore Toma, chiamando tutti gli stakeholders a cercare, con spirito di collaborazione, una soluzione in tempi brevi.

Questa mattina in Buongiorno Taranto avevamo ascoltato Francesco Brigati, segretario generale Fiom Cgil Taranto

L’intervista di Francesco Casula