Ex Ilva: già da questa mattina a Roma, in piazza san Silvestro, c’è una delegazione del Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente, in presidio in vista del pronunciamento previsto per domani, 13 febbraio, del Consiglio di Stato sul ricorso presentato da Arcelor Mittal e Ilva in As contro la sentenza del febbraio scorso del Tar di Lecce, che dava ragione al sindaco di Taranto, sullo spegnimento degli impianti perché inquinanti. Domani si uniranno alla protesta anche altri cittadini ed associazioni, ma anche tarantini fuori sede, attori e rappresentanti del mondo dello spettacolo che hanno sposato la causa.
Oggi nella piazza romana sono state poste diverse croci bianche, a rappresentare le vittime dell’inquinamento industriale di Taranto, poi issate.
Domani la manifestazione si terrà dalle 08.30 alle ore 13.30, in piazza Montecitorio. La richiesta, si legge nel comunicato del Comitato, è “ Chiusura immediata dell’area a caldo dell’ex Ilva, perché senza eliminare la principale fonte di rischio di malattie e morte non è possibile costruire alcun cambiamento e si rischia di perdere i fondi europei per una autentica svolta green”.
La missione romana, forte degli studi epidemiologici nazionali ed internazionali che attestano il nesso di causalità tra emissioni ed eventi patologici, nasce con l’obiettivo di ricordare la gravità della situazione a Taranto e nei comuni ionici vicini all’area industriale, in occasione dell’atteso pronunciamento del Consiglio di Stato. I manifestanti chiedono che il Consiglio di Stato non ignori la sentenza di condanna dello Stato italiano per la questione Ilva da parte della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo (CEDU). Tale sentenza infatti è definitiva e SOVRANAZIONALE ed è stata già menzionata sia nell’ordinanza del sindaco di Taranto di chiusura area a caldo che nella sentenza del Tar di Lecce che la conferma. Ora, poi, è in arrivo una ulteriore sentenza CEDU proprio per le inadempienze dello Stato italiano.