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lunedì 16 Settembre 2024

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lunedì 16 Settembre 2024

In occasione del 25 aprile la Cgil di Taranto ha dato simbolicamente avvio alla campagna referendaria “Per il lavoro ci metto la firma”, decidendo di non fare solo una rievocazione storica, ma di attualizzare il messaggio del 25 aprile ai nostri giorni. Ieri mattina, nel corso di un incontro, le storie di lavoratori, precari e resistenti. Hanno parlato della loro situazione Gaia Baggioni, operatrice socio-sanitaria del servizio di assistenza domiciliare integrata, Vincenzo Bottiglione, operaio in cassa integrazione appalto ex Acciaierie d’Italia, Rosa Martinelli, appalto della Marina Militare e Mariano Sassanelli, rider.

“Sono i nostri “Resistenti” di oggi, quelli che quotidianamente incontriamo nelle stanze dei nostri sindacati di categoria, in fila ai CAAF, agli sportelli INCA – dice il segretario generale della CGIL di Taranto, Giovanni D’Arcangelo – Sono quelli a cui dedichiamo il nostro “25 aprile” perché se è vero che fu il lavoro, a salvare dopo il 1945, l’Italia, è oggi il lavoro che manca, che si precarizza sempre di più, che consuma il suo potere d’acquisto, ad essere il conflitto che questi milioni di “Resistenti” affrontano a mani nude e a volte senza speranza e ascolto. Per questa ragione la CGIL ha voluto più che simbolicamente unire la celebrazione del 25 aprile, del 79° anniversario della Liberazione dal regime nazifascista, all’avvio della nostra campagna referendaria “Per il lavoro ci metto la firma”, per rendere il lavoro dignitoso, stabile, tutelato e sicuro. Essere resistenti oggi, svolgere l’esercizio della memoria per difendere la Costituzione e la democrazia oggi è un dovere, ma anche un impegno che comporta sacrificio. Perché essere resistenti nel Mezzogiorno, in una città come Taranto comporta tanta fatica – continua D’Arcangelo – Per fare questa riflessione, oggi vi abbiamo portato le storie di chi resiste e combatte contro la precarietà esasperata, non meno tragica e cruenta delle forme di violenza armata”.

“Vecchi, precari e in molti casi sulla soglia della povertà: sarebbe il titolo giusto per rappresentare Taranto e la sua provincia – spiegano in una nota il sindacato -Il tasso di occupazione registrato a Taranto e provincia nel 2022, secondo i dati presentati da INPS a novembre 2023, è del 38,4% rispetto al 42,6% della Puglia e il 52,2% della nazione. Il tasso di disoccupazione territoriale è del 13,1%, rispetto al 12,1% del regione Puglia. Gli inattivi a Taranto e provincia sono il 55,7%, rispetto all’8% del territorio regionale e il 43,2% nazionale. Ma quel 38,4% subisce un ulteriore corrosione in virtù delle tabelle che configurano l’uso degli ammortizzatori sociali. A Taranto e provincia i lavoratori e le lavoratrici che ne hanno dovuto fare ricorso solo quasi 25mila per un importo totale di oltre 10milioni di ore.

Un esercito di disoccupati, precari, inattivi, pensionati al minimo, che registra sul fronte estremo un record tutto al femminile. “Le donne che lavorano sono poco più di 52mila rispetto agli oltre 104mila uomini – conclude Tiziana Ronsisvalle, segretaria della CGIL di Taranto – e spesso a loro vengono affidati i lavori più precari”.