Sono 200 gli infermieri che hanno aderito al corso di formazione per specializzarsi nell’assistenza sanitaria di comunità.
«Un’azione strategica – ha detto il presidente regionale dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Puglia, Pierpaolo Volpe – il singolo infermiere ha la possibilità di prendere in carico circa 3mila abitanti, un numero che supera nella provincia di Taranto la totale copertura dei pazienti».
Una figura professionale che andrà a supportare il lavoro del medico di base, senza però sostituirlo. Restano, infatti, le criticità legate alla carenza di professionisti di medicina generale: nel solo comune di Taranto ne mancano 28.
Un protocollo d’intesa, siglato nei mesi scorsi tra Asl Taranto e l’Ordine delle Professioni Infermieristiche, previsto dal PNRR e dal Decreto Ministeriale 77/2022, che ha l’obiettivo generare un modello di assistenza differente.
«L’essere umano – ha detto il commissario straordinario di Asl Taranto, Vito Gregorio Colacicco- deve essere al centro dell’attenzione dell’infermiere, l’assistenza deve inglobare anche gli aspetti psicologici, emotivi e sociali».
Il corso di formazione, partirà il 4 novembre, rispetta il programma attivato dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali: lezioni teoriche nella sede Opi di Taranto e pratiche con il tirocinio sul campo.
Il servizio, infatti, supporterà il lavoro dei medici di medicina generale all’interno delle Aft, Aggregazioni Funzionali Territoriali: otto ambulatori, già attivi, dislocati tra il borgo di Taranto, il quartiere Salinella, Paolo VI, Montegranaro e Talsano che assicurano la continuità delle prestazioni.
La figura dell’infermiere di famiglia e di comunità, inoltre, sarà fondamentale anche all’interno delle Case della Comunità, degli Ospedali di Comunità e di tutte le strutture previste dalla riforma del sistema sanitario territoriale.
Un progetto che come ha spiegato Volpe punta a un futuro sanitario migliore e inclusivo per le nuove generazioni.
«Un’azione che parte dalla formazione di professionisti già attivi sul territorio, per poi coinvolgere le giovani promesse che potranno specializzarsi anche grazie alla laurea magistrale, che verrà istituita a breve, con indirizzo clinico in salute pubblica infermieristica di famiglia e di comunità».

