L’AZIENDA: FAREMO SUBITO RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO
Il Tar di Lecce dà ragione al sindaco di Taranto Rinaldo Melucci. Il Tribunale Amministrativo si pronuncia in merito all’ordinanza del Comune di Taranto sulle emissioni inquinanti di ArcelorMittal, ex Ilva, e stabilisce che gli impianti siderurgici siano spenti entro 60 giorni dalla pubblicazione odierna della sentenza.. Con la stessa sentenza, il Tar condanna al rimborso delle spese verso Comune Taranto, Arpa Puglia e Codacons, sia ArcelorMittal, gestore della fabbrica, che Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria, e ne respinge i ricorsi. Estromessi dal giudizio ministero dell’Interno e Prefettura di Taranto per difetto di legittimazione passiva.
Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci aveva disposto nell’ordinanza che ArcelorMittal Italia e Ilva in amministrazione straordinaria individuassero entro 30 giorni dalla stessa ordinanza le fonti inquinanti del siderurgico rimuovendole. La stessa ordinanza stabiliva che, in difetto di adempimento, gestore e proprietario avrebbero dovuto spegnere gli impianti.
Per il Tar di Lecce, “deve pertanto ritenersi pienamente sussistente la situazione di grave pericolo per la salute dei cittadini, forse anche in ragione della vetustà degli impianti tecnologici di produzione”. Inoltre per i giudici …….i cittadini di Taranto hanno pagato in termini di salute e di vite umane un contributo che va di certo ben oltre quei “ragionevoli limiti”(fonte AGI).
Ed è arrivata subito la replica di Arcelor Mittal:”in relazione alla sentenza emessa dal TAR della Puglia, ArcelorMittal Italia comunica che promuoverà immediatamente appello presso il Consiglio di Stato contro la chiusura dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto”.