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lunedì 7 Ottobre 2024

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Incontri, proiezioni e giornate di studio fra musica, filosofia teatro e cinema. Anche quest’anno la Fondazione Paolo Grassi introduce il pubblico al 50° Festival della Valle d’Itria con il ciclo di incontri “Mettiamoci all’opera”. 13 appuntamenti, a ingresso gratuito, a partire dal prossimo 12 giugno fino al 29 luglio dislocati fra l’Auditorium della Fondazione, il Teatro Verdi, il Chiostro delle Agostiniane, il Chiostro di San Domenico e la Piazzetta Stabile di Martina Franca per approfondire le opere e gli autori che segnano l’edizione del cinquantesimo: Norma di Vincenzo Bellini, Aladino e la lampada magica di Nino Rota, Ariodante di Händel.

Il primo incontro del 12 giugno

La rassegna si apre con una vera e propria rarità mercoledì 12 giugno alle ore 19.30 all’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi, con la proiezione della Norma di Bellini nel cortometraggio del 1911 realizzato dalla FAI – Film d’arte italiana e restaurato nel 2002 dalla Cineteca di Bologna. Rigorosamente in costume, il film rientra nella programmazione che contraddistinse la FAI agli inizi, basata sulla riduzione di celebri opere teatrali e destinate a un pubblico mediamente colto. Nei tre ruoli principali ritroviamo Rina Agozzino-Alessio (Norma), Bianca Lorenzoni (Adalgisa) e Alfredo Robert (Pollione). A Norma, segue la proiezione di un allestimento in bianco e nero di La scuola di guida, deliziosa operina del 1959 di Nino Rota, compositore particolarmente legato al Festival della Valle d’Itria, che quest’anno lo festeggia con la sua terza e ultima opera, dopo la messa in scena negli anni passati del Cappello di paglia di Firenze e Napoli milionaria. “Idillio musicale” come si legge sulla partitura, su libretto di Mario Soldati, La scuola di guida venne commissionata da Giancarlo Menotti per il Festival dei Due Mondi di Spoleto, e affidata per il suo debutto alla regia di Franco Zeffirelli.

Gli incontri successivi

Venerdì 14 giugno alle ore 19 di nuovo alla Fondazione Paolo Grassi per l’incontro con il prof. Domenico Fazio, ordinario di Storia della Filosofia all’Università del Salento e presidente della sezione italiana della Schopenauer-Gesellschaft che approfondisce le relazioni fra Schopenauer, Bellini e Norma. Filosofo dell’Ottocento che più di ogni altro ha esaltato la musica, Arthur Schopenhauer in una pagina del Mondo come volontà e rappresentazione si espresse in modo molto lusinghiero nei confronti della Norma di Bellini. Al giudizio di Schopenhauer si ricollega Nietzsche e un giovane Richard Wagner che nel 1837, prima ancora di leggere il testo del filosofo, trovò per Norma accenti non dissimili da quelli di Schopenhauer.

Un primo incontro con il mondo handeliano sarà il 19 giugno (ore 19.30 Fondazione Paolo Grassi) con la proiezione del film di Tony Palmer “God Rot Tunbridge Wells!” : a Londra, un vecchio Händel (impersonato dall’attore inglese Trevor Howard) ripercorre la vita e la sua carriera musicale. Il film venne realizzato nel 1985 in occasione dei 300 anni della nascita del compositore tedesco.

Molto attesa il 22 giugno alle ore 21.15 la prima proiezione di L’utopia della Valle. 50 anni di Festival, documentario del regista martinese Leo Muscato, scritto con Massimo Bernardini e Laura Perini. Prodotto dalla Fondazione Paolo Grassi, il filmato raccoglie le voci storiche della Fondazione, nonché i racconti di cantanti, registi, direttori artistici, giornalisti, scrittori e maestranze che hanno visto crescere e prender forma l’idea di un festival unico nel suo genere, nato grazie alla tenacia e alla passione di figure illuminate – Paolo Grassi, Alessandro Caroli e, su tutti, Franco Punzi, anima instancabile del festival per quasi mezzo secolo, di cui il documentario regala una preziosa e commovente testimonianza.

Fotoreporter franco-iraniano di guerra, che in 46 anni ha ritratto con sguardo prezioso luoghi e persone di civiltà lontane e del Medio Oriente, Manoocher Deghati sarà a Martina Franca il 4 luglio (ore 19 Fondazione Paolo Grassi) per rievocare con immagini e parole la storia di Aladino e la lampada meravigliosa, uno dei racconti delle Mille e una notte dalle lontane origini indo-persiane.

Nel Chiostro delle Agostiniane i due incontri “Lo sguardo che racconta” – l’8 e 11 luglio ore 19 – in cui i cast dei due allestimenti di Norma e Ariodante vengono intervistati dagli studenti del laboratorio di critica teatrale curato da Massimo Marino al DAMS di Bari. Un’occasione per avvicinarsi e scoprire le due opere con lo sguardo dell’interprete: un approccio che parte dallo studio della partitura, l’interpretazione vocale, le capacità attoriali, il rapporto con il cast, il regista e il direttore musicale.

“Alla ricerca di Ariodante, da Ariosto a Händel” è il titolo dell’incontro del 16 luglio nella Piazzetta Stabile (ore 19), un racconto drammatizzato che vedrà protagonista l’attore martinese Marco Bellocchio con l’attrice Diletta Acquaviva, spaziando fra la letteratura ariostesca e la musica handeliana.

Il Chiostro di San Domenico esporrà dal 20 al 31 luglio i lavori degli studenti degli Istituti comprensivi di Martina Franca e dell’Istituto Comprensivo di Cisternino su Aladino e la lampada magica, realizzati nel laboratorio a cura di Rita Cosentino anche regista dell’allestimento dell’opera rotiana.

Terzo e ultimo incontro per “Lo sguardo che racconta” con gli studenti del DAMS di Bari, questa volta per incontrare e conoscere il cast di Aladino il 21 luglio al Chiostro delle Agostiniane (ore 19).

Le giornate di studio

Gli ultimi due appuntamenti di “Mettiamoci all’Opera” saranno le giornate di studio all’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi che richiameranno studiosi e musicisti a confronto, grazie anche alla collaborazione con Università italiane e Fondazioni. In occasione di Aladino e la lampada magica, il 27 luglio (ore 11-17) si terrà Il punto su Nino Rota, giornata realizzata per i 30 anni dell’Associazione Docenti Universitari Italiani di Musica, coordinata da Dinko Fabris, mentre il 29 luglio (ore 9.30 e 15.30) si discuterà di Comicità e musica nel lungo Settecento, approfondendo un repertorio da sempre caro al Festival della Valle d’Itria, cui si devono, di quel secolo, riscoperte e rarità; la giornata è a cura di Paologiovanni Maione e Lorenzo Mattei.

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